La promessa dell’impiego di droni d’attacco a fini militari è sempre stata quella della massima precisione a fronte del minimo rischio per il personale militare: l’introduzione dei droni armati avrebbe dovuto consentire agli Usa di neutralizzare terroristi nei punti più “caldi” e remoti del Globo minimizzando i danni collaterali ai civili.
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Secondo Rachel Stohl, senior associate dello Stimson Center e autrice di due studi sui programmi dei droni del governo Usa, la pubblicazione dei documenti costituisce “il riconoscimento (da parte del governo) che è necessaria una maggior trasparenza”.
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